Dare la paghetta ai figli dopo i sei anni è giusto, ma non è indolore per i genitori! C’è da fare i conti con diverse questioni, dall’impulsività del bambino che la spende tutta e reclama un anticipo sulla successiva, alla rigidità di chi al contrario la conserva maniacalmente e rinuncia agli acquisti pur di avere qualche soldino nel salvadanaio…
La fatica del genitore nell’utilizzare tale strumento educativo (proprio così: è un valido ausilio per crescere) viene tuttavia ampiamente ricompensata. I figli imparano a scegliere tenendo conto del costo, a programmare le spese nel tempo, a capire il valore del denaro.
Una raccomandazione: il bambino non va rimproverato se compra qualcosa che noi riteniamo inutile, perché il senso della paghetta è anche quello di permettere che scelga lui. Lasciamo che impari pian piano, senza trasformarla in una inutile fonte di conflitto.
Beatrice Toro, psicologa e psicoterapeuta

Da leggere
- Per aiutare i bambini a crescere concentrati e consapevoli:
Beatrice Toro - Crescere con la mindfulness, Guida per bambini (e adulti) sotto pressione
Franco Angeli, 2016