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Bullo o non bullo? Le due facce del problema

Il minimo che c’è da sapere per capire le caratteristiche generali di due atteggiamenti speculari

QUALI SONO I SEGNALI PER ACCORGERSI CHE IL PROPRIO FIGLIO È VITTIMA DI BULLISMO?

  • Da un po’ di tempo è ansioso quando deve andare a scuola, cerca di ritardare, di percorrere la strada più lunga e nascosta.

  • Durante il periodo scolastico è preda di una tensione e di disturbi psicosomatici che durante le vacanze invece scompaiono completamente.

  • “Perde” spesso i soldi, ne chiede spesso o addirittura ruba dal portafoglio dei familiari.

  • Riceve telefonate o sms che lo rendono scontroso o agitato e di cui non vuole parlare.

  • Dice di avere degli amici, ma non li si vede mai e non ne invita mai nessuno a casa.

  • Non viene mai invitato dai compagni di classe.

  • È molto irritabile e insolitamente aggressivo con i genitori e i fratelli. Oppure sembra triste, malinconico.

  • Si è verificato un calo sensibile nel rendimento scolastico.

  • Quando gli si chiede se c’è qualcosa che non va non risponde, è evasivo oppure si arrabbia.

  • Incomincia a fare cose che non ha mai fatto prima come marinare la scuola o rubare.

SE INVECE ILTIMORE È CHE IL BULLO SIA NOSTRO FIGLIO?

  • Raccogliere informazioni e cercare di capire che cosa sta succedendo, che ruolo ha nostro figlio negli episodi di bullismo, perché si comporta a quel modo. Se si scopre che è violento, perseguita o deruba i compagni, bisogna condannare le violenze e le prevaricazioni: troppa indulgenza può convincerlo di poter continuare, di non dover cambiare.

  • Chiedersi se in famiglia la violenza fisica e verbale viene scoraggiata oppure no (tra genitori e figli, tra marito e moglie, tra fratelli) ed essere più decisi nel richiedere il rispetto delle regole. L’esempio è fondamentale. Se un padre “macho” ricorre spesso alla violenza per avere ragione e l’approva, non bisogna poi stupirsi se il figlio mette in pratica i suoi insegnamenti. Il bullismo si trasmette facilmente da una generazione all’altra. Domandarsi se non è arrivato il momento di migliorare il clima domestico.

  • È meglio per tutti se nostro figlio si scusa con il compagno che ha aggredito, o che gli restituisca ciò che gli ha sottratto. È una cosa che può fare a voce, oppure per iscritto. In questo modo si chiude l’incidente e si inizia il rapporto su basi diverse. Se non ci si può fidare di come nostro figlio si comporta fuori casa, bisognerà esercitare un controllo maggiore.

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